Che cos’è davvero la felicità?

Secondo la scienza esiste un modo per misurare la felicità e anche una strada per raggiungerla

Che cos’è davvero la felicità?

Qual’è il concetto di felicità? Una delle domande esistenziali che ci poniamo da sempre ma che ancora non hanno trovato una risposta universale.

L’unica certezza è che sempre più persone sono alla continua ricerca della felicità e del benessere interiore.

Che cos’è la felicità?

La “felicità” può essere definita come una condizione mutevole e momentanea di benessere, agio e gioia.
Esistono diverse definizioni di felicità, ciascuna con sfumature peculiari, ma tutte convergono nell’idea di sentirsi bene e in uno stato di benessere generale.

È inoltre fondamentale evitare di confondere la felicità con le emozioni di soddisfazione e piacere. La felicità va oltre la semplice gratificazione e si esprime come un’autentica sensazione di contentezza, capace di influenzare positivamente l’individuo e la sua visione del mondo.

Tipi di felicità

Come si presenta la felicità? E cosa ci rende davvero felici?

La felicità è uno stato soggettivo, che dipende da molti fattori interni e un gran numero di variabili, ma secondo Daniel Gilbert, un ricercatore dell’Università di Harvard, la felicità può manifestarsi principalmente in queste tre forme:

  1. Felicità emotiva: questo tipo di felicità è associata a esperienze momentanee e si focalizza sul benessere che si sperimenta nell’attimo presente. Ad esempio, possiamo sperimentare felicità emotiva durante una piacevole giornata trascorsa in compagnia di amici, dopo aver visto un film che ci ha emozionato o dopo una piacevole serata con la famiglia.
  2. Felicità morale: questa forma di felicità è più profonda e deriva dalla consapevolezza di vivere una vita coerente con i propri principi etici. Quando ci si sente in armonia con i propri valori e si agisce in modo eticamente corretto, si può sperimentare una profonda soddisfazione interiore.
  3. Felicità legata al giudizio: un tipo di felicità temporanea che dipende dal giudizio personale o da determinate situazioni. Si può essere felici dopo aver ottenuto un successo al lavoro o dopo aver raggiunto un obiettivo personale importante.

Come si raggiunge la felicità?

Per raggiungere la felicità e costruire una vita soddisfacente, esistono diverse abitudini che possiamo coltivare giorno dopo giorno. La felicità non è un evento casuale riservato a pochi, ma piuttosto un risultato delle nostre azioni e pensieri abituali.

Cose da fare per essere felici

  1. Coltivare una buona relazione con se stessi: conoscersi e ascoltarsi contribuisce a migliorare la propria autostima
  2. Focalizzarsi su se stessi e non sul gli altri, evitando un confronto tossico e negativo
  3. Approfondire il dialogo interiore: trascorrere del tempo da soli in solitudine può favorire l’equilibrio mentale
  4. Praticare la gratitudine per saper apprezzare ciò che abbiamo
  5. Ritrovare il contatto con la natura: passare del tempo all’aria aperta aiuta a liberarci dallo stress della vita quotidiana e a riconnetterti con noi stessi
  6. Circondarsi di persone positive che ispirano a migliorare e a raggiungere obiettivi concreti
  7. Mostrare altruismo e premura verso se stessi e verso gli altri

La felicità e la meditazione

Matthieu Ricard è il monaco tibetano (in realtà francese di nascita), e grande meditatore, considerato come l’individuo “più felice del mondo”.
La capacità di essere felici e in pace con se stessi, secondo il monaco tibetano, risiede nell’auto-controllo delle proprie emozioni, condizione che si raggiunge solo con la meditazione. Del resto, numerose ricerche dimostrano come la meditazione contribuisca a creare uno stato di felicità agendo su diversi ormoni (cortisolo, adrenalina) e neurotrasmettitori (serotonina, gaba, dopamina).

In particolare la serotonina, un neurotrasmettitore presente nel sistema nervoso centrale e nel tratto gastrointestinale, definita proprio “molecola della felicità”, ha un ruolo fondamentale nella regolazione del tono dell’umore, del comportamento emozionale e del sonno.
Uno sbilanciamento dei livelli di questa sostanza può contribuire all’insorgenza di un disturbo dell’umore e di altre patologie.

Gli studi condotti dall’Università di Montreal dimostrano come una regolare pratica meditativa aumenti il livello di serotonina nel cervello, stimolando la sua naturale produzione.

La pratica meditativa

La pratica della mindfulness ci insegna a sviluppare la capacità di osservare in modo distaccato i nostri stati mentali, sensazioni e emozioni, permettendoci di aumentare la consapevolezza di ciò che accade dentro di noi e attorno a noi. È un tipo di meditazione che aiuta a concentrarsi sul momento presente.

L’obiettivo della mindfulness non è quello di sopprimere o ignorare i pensieri ed emozioni, ma di imparare a osservarli senza giudicarli e senza identificarci completamente con essi. Questo distacco ci consente di sviluppare una comprensione più profonda di noi stessi e delle nostre reazioni automatiche e, soprattutto, ci aiuta a non generare attaccamento per una certa cosa e avversione per un’altra.

È proprio a causa di tale attaccamento che spesso si sviluppa la sofferenza e non riusciamo ad essere pienamente felici.
Lo scopo della meditazione è quello di allontanare stati mentali dolorosi e negativi (come rabbia, gelosia, risentimento, brama, dipendenze) che interferiscono enormemente nella nostra ricerca della felicità.

Poco a poco, attraverso la pratica della mindfulness, possiamo migliorare la nostra abilità nel scegliere consapevolmente come rispondere ai pensieri e alle emozioni, evitando così di essere schiavi delle nostre reazioni istintive.

La mindfulness può essere applicata nella vita di tutti i giorni e in diverse attività quotidiane e situazioni, dalle più semplici alle più difficili da gestire.

Per fare un esempio pratico, consideriamo i nostri desideri. Riconoscere la bellezza di un oggetto desiderato non implica negare il desiderio stesso. Tuttavia, quando il desiderio diventa un impellente “voglio averlo!”, esso prende il controllo su di noi: se possiamo averlo sviluppiamo attaccamento, ma se non possiamo ottenerlo scatta in noi la frustrazione e di conseguenza, l’infelicità.

La pratica meditativa, se svolta nel tempo e con costanza, ci aiuta a essere consapevoli di queste dinamiche interne e a sviluppare una maggiore libertà nella nostra risposta ai desideri, permettendoci di agire in modo più equilibrato.