La musica classica fa bene

Ascoltare - ma soprattutto suonare - musica classica fa bene all’umore e al cervello

La musica classica fa bene

Si sa, ascoltare la musica fa bene all’umore. La musica classica, nello specifico, produce un effetto calmante sul nostro corpo e sulla mente. Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che l’imparare a suonare uno strumento apporta benefici alla plasticità celebrale e al suo sviluppo.

Vi è mai successo di percepire un cambiamento nell’umore dopo aver ascoltato una tra le vostre canzoni preferite? Avete mai notato che la musica vi aiuta nella concentrazione, nella calma e nel rilassamento? Canticchiare e fischiettare sono azioni da sempre associate al buon umore.

La musica classica è una forma d’arte, nel particolare, che racchiude diverse potenzialità preventive, terapeutiche, educative. Costituisce uno strumento che facilita la comunicazione con sé stessi a livello fisico, emotivo, cognitivo e psicologico.

Il potere della musica classica. In che modo fa bene?

La storia del rapporto tra musica e benessere inizia prima della nascita. In uno studio sullo sviluppo dell’udito nei nascituri, alcuni feti hanno ascoltato diversi tipi di musica, grazie a cuffie poste sulla pancia materna. Nello stesso momento, venivano effettuate delle ecografie per intercettare l’espressione del bambino, come risposta allo specifico brano.

La musica legata più spesso ad espressioni di piacere, rilassamento e sonno, era musica classica, laddove gli altri generi causavano agitazione motoria, mutamenti di posizione o espressioni facciali di disgusto. L’ascolto di melodie lente e classiche causa un abbassamento nell’attivazione dell’organismo. In particolare, determina una riduzione della pressione sanguigna, del battito del cuore, del ritmo respiratorio e della secrezione di cortisolo, l’ormone dello stress.

Grazie a questi effetti benefici, l’intero organismo vive una condizione di benessere psicofisico: i vissuti affettivi e quelli legati ad emozioni positive vanno di pari passo.

In che modo la musica favorisce il benessere delle persone?

Le esperienze musicali sembrano riuscire modificare e cambiare, entro certi limiti, le connessioni cerebrali aiutando la memoria, le competenze simboliche e la coordinazione motoria. Inoltre, la musica attiva determinate zone del cervello che influenzano la percezione del gusto del vino.

Nella ristorazione, per fare un altro esempio, la musica riconducibile all’easy listening è spesso utilizzata con lo scopo di produrre un effetto rilassante e rendere l’esperienza culinaria più gradevole.

Gli studiosi stanno poi indagando i benefici della musica sia nel caso di patologie (lesioni, traumi, danni alle aree cerebrali corticali e sottocorticali) sia nel caso di sviluppo normale e, infine, nei decorsi post operatori.

Benefici della musica classica: l’effetto Mozart

Si parla di ascoltare musica classica e si cita quasi sempre Mozart. Tutt’oggi la musica di Mozart continua a suscitare emozioni intense in chi l’ascolta. Diversi ricercatori hanno indagato come questa venga percepita, e cosa il suo ascolto determini nelle persone.

Fino agli anni Novanta si riteneva che la musica di Mozart aiutasse l’intelligenza. Si parlava di effetto Mozart, una teoria sostenuta da un esperimento pubblicato su Nature. Come se ascoltare la musica di Mozart, nello specifico le Sinfonie K448 e K488, aumentasse per un tempo limitato l’intelligenza spazio-temporale: l’analisi delle forme, lo sviluppo del senso di orientamento, la posizione degli oggetti nello spazio.

Questa assunzione è stata poi smentita dalla ricerca. È noto ormai invece come l’imparare a suonare un qualsiasi strumento produca effetti benefici sullo sviluppo cerebrale e sulla sua plasticità.

La musica e il benessere soggettivo

In una ricerca inglese sono emerse la riduzione dell’ansia e il miglioramento dell’umore come conseguenza dell’ascolto della musica, da parte dei giovani e degli adolescenti. Nell’età adulta, invece, sembra produrre effetti positivi sulla qualità della vita e sul benessere mentale.

Musica e canto hanno dato prova di migliorare il morale e ridurre il rischio di depressione negli anziani.

I nostri consigli dascolto

Di seguito, una selezione di composizioni classiche. Una selezione operata sulla scorta dei risultati di diverse ricerche:

  • Le quattro stagioni, Antonio Vivaldi: la musica barocca attiva nello specifico l’emisfero sinistro
  • Eroica, Frédéric Chopin: il Romanticismo stimola il pensiero creativo
  • Bolero, Maurice Ravel: le composizioni influenzate dall’Impressionismo, incluse quelle di Claude Debussy, apportano benefici all’emisfero destro
  • Sonata K 448, Wolfang Amedeus Mozart. Una recentissima ricerca su Mozart è californiana e ha interessato un gruppo di topolini sottoposti per 12 ore al giorno, lungo 10 settimane di seguito, a melodie classiche. Stando ai risultati, questa sonata migliorerebbe le capacità di orientarsi in un labirinto. Molto di più di quanto accada con Per Elisa, di Ludwig van Beethoven
  • Tritano e Isotta, Richard Wagner. Favorisce l’intelligenza spazio-temporale, l’immaginazione e la fluidità verbale.