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“Insieme per i figli”? Meglio di no

Le ricerche più recenti suggeriscono che due genitori infelici siano più dannosi di due genitori separati

“Insieme per i figli”? Meglio di no

Il divorzio è stato a lungo demonizzato come potenziale trauma per i figli. Oggi, psicologi e ricercatori concordano sul fatto che anche “stare insieme per i figli” può rivelarsi una scelta dannosa per tutta la famiglia.

Dal 1991 a oggi i divorzi in Italia sono quadruplicati. Nonostante questo, la separazione è ancora un tabù. Il divorzio è un argomento difficile da affrontare e in Italia è ancora vissuto da molti come una vergogna o un peccato religioso. Molti sono convinti che possa traumatizzare i propri figli e che sia meglio rimanere insieme. Una frase che si sente pronunciare spesso è “rimaniamo insieme per i figli”, oppure “penseremo al divorzio quando i figli saranno autonomi”. Tuttavia, ricerche recenti mostrano che i figli di coppie infelici e conflittuali possono sviluppare problemi psicologici e di comportamento degni di attenzione e che non sempre restare insieme è la soluzione più giusta per loro.

Famiglie conflittuali e salute dei figli

Nel 2012, i ricercatori americani Mark Cummings e Patrick Davies hanno presentato i risultati della loro ricerca sugli effetti dei conflitti familiari. Cummings e Davies hanno valutato gli effetti a lungo termine di un clima familiare negativo. I loro risultati confermano che i conflitti continui tra i genitori impoveriscono le relazioni familiari e il benessere psicofisico dei figli.
Per valutare questi fattori, gli autori hanno valutato alcuni indicatori nel rapporto tra i genitori come frequenza e gravità dei conflitti, aggressività verbale, aggressività non verbale, ostruzionismo, aggressione fisica. L’effetto di questi elementi sul benessere dei figli è stato valutato (sugli stessi soggetti) in tre momenti diversi: all’asilo, alle scuole medie, alle superiori. I risultati mostravano che durante l’asilo, i figli di coppie conflittuali erano più tristi, tendevano a evitare i conflitti e a volte reagivano ai litigi dei genitori con manifestazioni di rabbia (ad esempio lanciando oggetti). Durante le scuole medie, si verificavano gli stessi effetti, ma i bambini sembravano più propensi a partecipare al conflitto genitoriale. Durante l’adolescenza, infine, i ragazzi erano più a rischio di sviluppare ansia, sintomi depressivi e forte aggressività.
Oltre a questi problemi, la studiosa americana Melissa George ha rilevato che i conflitti genitoriali prolungati sono associati a comportamenti tipici dei disturbi alimentari. Esempio di questi comportamenti erano: preoccupazione per il peso e la forma fisica, timore di ingrassare, condotte compensatorie come vomitare dopo aver mangiato.

Meglio insieme per i figli o separati?

Le ricerche dell’ultimo decennio suggeriscono che sia meglio chiudere una relazione deteriorata. I ricercatori Daniel Hawkins e Alan Booths hanno riportato che le persone divorziate, in media, mostrano un maggior benessere psicologico, soddisfazione di vita e autostima rispetto a chi rimane in una relazione insoddisfacente.
Altre ricerche hanno poi rivelato che figli di coppie infelici rischiano di abusare di sostanze, ottenere scarsi risultati nello studio e avere forti difficoltà nelle relazioni sentimentali. Dalla ricerca emerge anche come i figli di genitori single siano più felici rispetto a figli di genitori in conflitto.

I motivi

Ma perché questo avviene? Genitori infelici, litigiosi e frustrati sono più stressati e hanno quindi meno risorse da investire nelle relazioni con i figli. Inoltre, chi ha genitori in conflitto costante potrebbe sviluppare un modello di relazione di coppia disfunzionale. Il messaggio che ricevono, in effetti, è che bisogna stare insieme sempre e comunque, rinunciando a libertà, benessere e soddisfazione.
Infine, come può sentirsi un bambino che vede i genitori litigare di continuo e sente dire: “stiamo insieme per te”? Il rischio è che si senta in colpa, responsabile per l’infelicità dei genitori e frustrato da un clima emotivo sempre teso. La serenità apparirà quindi come un ideale impossibile. Le relazioni sentimentali come un’idea irraggiungibile.
Chi rimane “insieme per i figli” sembra poter provocare, insomma, più danni di chi divorzia.

Cosa fare? Buone regole per i genitori

È importante specificare che non esiste una regola assoluta, secondo cui chi divorzia è sempre migliore di chi rimane insieme. Infatti, anche quando i genitori divorziano i figli possono subire effetti traumatici. Il divorzio è spesso collegato a forti conflitti, esasperazioni, giochi psicologici non sani. Quindi, in ogni caso, la regola è tutelare i figli. Come?

  1. Teneteli fuori: non cercate “alleanze” nei figli. Il rischio è farli sentire in ansia e in colpa, con la paura di perdere l’altro genitore;
  2. Parlate: è necessario dare spazio ai figli, continuare ad ascoltare le loro difficoltà e monitorare il loro stato d’animo, nonostante la stanchezza. Cercate un modo civile di spiegare cosa accade e perché la situazione è difficile;
  3. Sano egoismo: i figli sono grati ai genitori che si prendono cura di loro stessi. Il conflitto riguarda voi, non loro. Se sarete più sereni, lo intuiranno subito e, di riflesso, saranno più tranquilli;
  4. Valutate una psicoterapia: individuale, di coppia o familiare. La psicoterapia può aiutare a capire meglio se stessi e le proprie relazioni, e a trovare una soluzione quando ci sembra di essere in un vicolo cieco.

Per concludere: spesso dire “insieme per i figli” è più che altro una scusa per non assumersi le proprie responsabilità. I genitori che sostengono questo motto rischiano di caricare i figli di ansia e insicurezza, creando un clima di tensione cronica e di conflitto. È importante essere onesti con se stessi e rivalutare le proprie scelte di vita. Non è mai troppo tardi.

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