Biblioterapia, quando leggere aiuta a star meglio

In Italia la biblioterapia è ancora poco diffusa, ma l’esperienza anglosassone dimostra che la lettura di libri di settore o di narrativa può potenziare l’efficacia della psicoterapia.

Biblioterapia, quando leggere aiuta a star meglio

È capitato a molti di leggere un libro in un periodo difficile della vita e rimanerne folgorati. Ma davvero un semplice volume ha il potere di aiutarci a capire meglio un’esperienza dolorosa o addirittura di sostenerci nei momenti più duri? La letteratura scientifica sembrerebbe rispondere in maniera affermativa. La terapia con i libri sembra fornire un prezioso contributo alla cura delle difficoltà psicologiche e, nello specifico, al processo psicoterapeutico. Si chiama “biblioterapia” ed è molto diffusa nei paesi anglosassoni.

Il primo a utilizzare il termine “biblioterapia” riferendosi al potere curativo dei libri fu il teologo americano Samuel Crothers nel 1916. Negli anni Trenta, lo psichiatra William Menninger cominciò a parlare di “libro-terapia” e a prescrivere la lettura di libri ai propri pazienti, come supporto al trattamento di diversi disturbi psichici.

Il termine è oggi utilizzato con una duplice accezione: da un lato, come la lettura di libri non specialistici (romanzi, poesie) che hanno una particolare valenza cognitiva o emotiva, su consiglio del bibliotecario o di un professionista della salute mentale; dall’altro, come forma più strutturata di auto-terapia che avviene attraverso l’ausilio di manuali specialistici di settore, di auto-aiuto o di natura psicoeducazionale quale integrazione a un percorso psicoterapeutico.

In che modo la lettura di un libro può aiutare?

La lettura di un libro, di natura specialistica o meno, può promuovere nella persona che legge la consapevolezza di ciò che le sta accadendo e indirizzarla verso la richiesta di aiuto a un professionista della salute mentale.

Altre volte, come già detto, è lo psicoterapeuta stesso a suggerire, all’interno di un percorso di cura, la lettura di un determinato volume. Un libro aiuta a tenere a mente le informazioni su ciò che sta accadendo e a non lasciarle nella stanza di terapia, dove talvolta l’emotività è intensa e ostacola il ricordo di ciò che viene condiviso. Inoltre, alcuni manuali contengono e suggeriscono esercizi pratici di natura cognitiva, emotiva ed esperienziale che favoriscono un maggiore “allenamento” fra un incontro e il successivo.

Anche i libri non di settore, come i romanzi o le poesie, possono rivelarsi utili: le storie e le metafore forniscono le parole per esprimere vissuti che diversamente non sapremmo mettere in parola. La stessa identificazione con i personaggi può divenire uno strumento capace di potenziare o suggerire strategie e comportamenti utili ad affrontare il proprio malessere o le difficoltà della vita. A tale proposito, già Aristotele nella Poetica sosteneva l’uso del teatro come forma di catarsi: attraverso la scena rappresentata, la persona poteva, identificandosi coi personaggi, fare esperienza di emozioni, elaborarle e liberarsene.

Per quali difficoltà emotive?

L’efficacia della biblioterapia è stata indagata prevalentemente nei contesti anglosassoni, mentre risultano carenti gli studi italiani.

Nel 2008 le inglesi Deborah Fanner e Christine Urquhart hanno passato in rassegna gli studi disponibili in letteratura giungendo a confermare l’efficacia della lettura, soprattutto quando associata alla psicoterapia. Meno chiare risultano, al contrario, le prove di efficacia della sola biblioterapia.

La maggior parte delle ricerche presenti in letteratura si è concentrata sulla depressione maggiore, per la quale la biblioterapia sembra essere moderatamente efficace, sia a breve che a lungo termine.  Altri ambiti di comprovata efficacia riguardano il trattamento dei disturbi d’ansia e degli attacchi di panico, della bulimia nervosa, della dipendenza da alcol e dell’insonnia.

È stata riscontrata, inoltre, una buona efficacia della biblioterapia anche per il trattamento del disturbo dell’orgasmo femminile. Fra le cause psicologiche di questo disturbo rientrano convinzioni, credenze o aspettative erronee o negative relative al rapporto sessuale e una scarsa conoscenza della propria sessualità e del proprio corpo. I libri di auto-aiuto possono supportare il terapeuta nel fornire informazioni e nel suggerire strategie utili a migliorare la confidenza con il proprio corpo e l’intimità con l’altro. Meno chiara risulta, al contrario, l’utilità della biblioterapia in altre disfunzioni della sfera sessuale.

Altri risultati, anche se ancora poco solidi, ipotizzano l’ausilio della lettura di libri per il trattamento dell’autolesionismo. Esistono infine numerosi libri finalizzati a fornire sostegno nell’affrontare fasi complicate di vita, quali la perdita di una persona cara o la fine di un amore.

Il panorama italiano della biblioterapia

A differenza dei paesi anglosassoni, la biblioterapia in Italia stenta a decollare. Negli ultimi anni sono state condotte alcune esperienze in contesti di degenza e reclusione, fra cui il carcere di Opera a Milano nel 2005. Nel 2006 è stato creato il primo sito italiano per la promozione della biblioterapia ad opera di Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta. Più di recente, nel 2016, a Reggio Emilia è stata inaugurata la BiblioHospital, una biblioteca vera e propria aperta a pazienti, familiari, professionisti sanitari o semplici cittadini.

Nell’ambito della psicoterapia, l’uso di libri di auto-aiuto o di natura psicoeducazionale viene utilizzato soprattutto da psicoterapeuti con approccio cognitivo-comportamentale. Talvolta, i manuali di self-help vengono prescritti dal terapeuta con una finalità puramente psicoeducativa: fornire informazioni sul disturbo o sulla fase di vita che la persona sta attraversando, in modo da poterle poi condividere con maggiore consapevolezza all’interno della seduta di terapia. In altri casi, l’obiettivo è potenziare tecniche e strategie terapeutiche che vengono proposte in terapia.

Alcuni esempi di libri di auto-aiuto in italiano includono i volumi della collana “Liberamente” edita da Eclipsi e nascono per offrire ai pazienti e ai loro familiari informazioni sulle caratteristiche dei principali disturbi psicologici e sulle possibilità di trattamento. Le tematiche spaziano dal disturbo ossessivo-compulsivo, ai timori ipocondriaci, alla depressione e all’insonnia, così come anche alla fibromialgia o ai disturbi sessuali.

Molto utilizzati sono i libri di auto-aiuto nel trattamento cognitivo-comportamentale dei disturbi alimentari: fra questi, Vincere le abbuffate. Come superare il disturbo da binge-eating di Chrisopher Fairburn (Cortina), o Alle mie pazienti dico…Informazione e auto-aiuto per superare i disturbi alimentari di Riccardo Dalle Grave (Positive Press).

Altri libri di auto-aiuto si sono diffusi di recente nel trattamento dei traumi con Emdr (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) fra cui Lasciare il passato nel passato. Tecniche di auto-aiuto nell’Emdr di Francine Shapiro (Astrolabio) o il volume rivolto ai bambini per sostenerli nell’elaborazione di un lutto “Tu non ci sei più e io mi sento giù” di Anna Rita Verardo e Rita Russo (Associazione EMDR Italia).