Psichiatria

La dipendenza da cocaina dal punto di vista psicologico

La cocaina è una delle droghe più diffuse, ma cosa fa esattamente al cervello e all’organismo? E come disintossicarsi?

La dipendenza da cocaina dal punto di vista psicologico

In Italia, il consumo di cocaina è secondo solo alla cannabis. A causa degli effetti euforizzanti ed eccitanti sul sistema nervoso centrale, il rischio che crei dipendenza è molto alto. Quali sono gli effetti psicofisici e i rischi, nel breve e nel lungo termine?

Negli anni l’uso di cocaina ha registrato un notevole aumento, assumendo proporzioni sempre più allarmanti. Se un tempo era più diffusa tra le élite, oggi è diventata di facile reperibilità e accessibile anche a individui provenienti da fasce sociali più basse.
L’Italia è al secondo posto a livello mondiale per il consumo di cocaina e le statistiche rivelano che uno su tre residenti, in età compresa tra i 15 e i 64 anni, ha sperimentato almeno una volta nella vita l’uso di droghe, tra cui la cocaina.

Nel 2022 la spesa per il consumo di sostanze stupefacenti in Italia è stata di circa 15,5 miliardi di euro, di cui circa 5 miliardi di euro attribuibile al consumo di cocaina. Dopo la cannabis, è la sostanza più utilizzata.

Un po’ di storia

Utilizzate per secoli dalla popolazione Incas del Sud America come tonico contro la fame e come anestetico, le foglie di cocaina vennero scoperte dagli Spagnoli nel 1492, con la scoperta dell’America. In Europa la cocaina cominciò a diffondersi nel 1800.

Il suo principio attivo venne isolato per la prima volta da uno studente tedesco e le sue proprietà vennero apprezzate anche dallo psicoanalista austriaco Sigmund Freud, che scrisse un articolo in cui la definiva una “sostanza magica” (A proposito della Coca).
Inizialmente sottovalutata nella sua pericolosità, negli anni si è diffusa in maniera esponenziale, assumendo dimensioni sempre più preoccupanti.

Che cos’è la cocaina e come si assume?

La cocaina, o benzoilmetilecgonina, è una sostanza psicotropa che agisce come stimolante ed eccitante del sistema nervoso centrale. È, inoltre, un vasocostrittore e ha proprietà anestetiche. Si estrae dalle foglie della coca o Erythroxylum coca, pianta originaria dell’America Latina, in particolare di Perù, Bolivia e Colombia.

L’estratto delle foglie di coca, ovvero la cocaina per come la conosciamo, ha l’aspetto di una polvere bianca e cristallina. Può essere sniffata, inalata o iniettata per vena.

A differenza dell’eroina, la cocaina sembra essere caratterizzata da maggiore flessibilità d’uso, che varia da occasionale, ricreativo, sporadico, fino a diventare abuso.

In genere, il primo incontro con questa sostanza avviene in contesti di svago, come feste, serate in discoteca o incontri con amici. Inizialmente c’è una certa cautela nel suo utilizzo, mantenendo una frequenza occasionale: l’assunzione avviene nei fine settimana o durante occasioni speciali, prevalentemente nelle ore serali, per via nasale, in grosse quantità e a breve distanza di tempo, con dosi che variano fra 1 e 4 grammi.

Spesso viene utilizzata in forma di abbuffata, ovvero in un’unica dose occasionale che è pari alla dose mensile di un soggetto che presenta un uso cronico.
Nonostante il consumo possa essere occasionale, si riscontra
una correlazione fra quantità assunta e danno cognitivo.

Cosa succede nel cervello di chi usa cocaina?

Il principale effetto della cocaina a livello del sistema nervoso centrale è quello di bloccare la ricaptazione, o recupero, della dopamina (ma anche della noradrenalina e della serotonina) all’interno del nucleo accumbens, una struttura del sistema limbico. Il risultato è un aumento del livello di dopamina a livello cerebrale, insieme a noradrenalina e serotonina.

È proprio l’aumento di dopamina all’interno delle terminazioni nervose che dà origine agli effetti psicologici e comportamentali della cocaina, agendo sui sistemi di gratificazione e piacevolezza. Tuttavia, un uso prolungato conduce al contrario a un esaurimento delle riserve di dopamina.

Queste modificazioni cerebrali sono alla base del fenomeno di tolleranza (fenomeno per cui sono necessarie dosi sempre maggiori di sostanza per ottenere lo stesso effetto) e di astinenza.
Per evitare le crisi di astinenza, si sviluppa un fenomeno che viene tecnicamente definito
craving: il desiderio impellente, impulsivo e irrefrenabile di assumere la sostanza, che conduce spesso a comportamenti compulsivi di ricerca della stessa.

Per questo l’uso prolungato della cocaina crea una forte dipendenza. Con il procedere dell’uso nel tempo, l’euforia si riduce mentre aumentano ansia, paranoia, umore depresso con irritabilità e nervosismo, impotenza, difficoltà o impossibilità nel raggiungere l’orgasmo, insonnia, fino a veri e propri stati psicotici, allucinazioni o comportamenti stereotipati e ripetitivi.
Possono inoltre comparire attacchi di panico o stati depressivi.

Effetti fisici e psicologici della cocaina

La cocaina appartiene a una classe di sostanze definite stimolanti perché in grado di rendere la persona euforica e carica di energia. Va innanzitutto specificato che gli effetti della cocaina variano molto in funzione sia delle caratteristiche del singolo individuo, che della quantità, dalla frequenza e della modalità di assunzione.

Gli effetti della cocaina interessano diverse funzioni psichiche, cognitive e fisiologiche. Tali effetti includono: sensazione di intenso benessere, euforia, percezione di maggiore allerta, aumento dell’attenzione e della concentrazione, diminuito bisogno di sonno e cibo, aumento della libido, aumento dell’eloquio e riduzione della fatica.

A livello fisico, i sintomi includono aumento della frequenza cardiaca, tremori, aumento della temperatura corporea, arrossamento cutaneo, sensazione di calore, aumento del ritmo respiratorio, dilatazione delle pupille e calo dell’appetito.
Con dosi più elevate, all’euforia possono associarsi aggressività e riduzione della lucidità mentale, della capacità di giudizio e di critica.

In aggiunta, l’abuso continuato di cocaina può portare a gravi patologie che coinvolgono il sistema cardiovascolare, polmonare e immunitario, oltre a generare altre condizioni organiche di grave entità.

Astinenza da cocaina. Come si manifesta?

L’astinenza da cocaina è una condizione complessa che si verifica quando si interrompe l’uso continuo di questa droga altamente dipendente o si riduce la dose abituale. Questo stato è caratterizzato da una serie di sintomi fisici e psicologici che possono rendere il processo di recupero particolarmente difficile.

Nel momento in cui si smette di assumere cocaina, inizia la cosiddetta fase del “crash”: questa fase può durare da una a 50 ore dopo l’ultima dose e si caratterizza per sintomi come la difficoltà a dormire, affaticamento e depressione.

Successivamente, si entra nella fase dell'”astinenza del cocainomane” (o craving), che si estende per le prime quattro settimane dopo l’ultima dose (fino ad arrivare a 10 settimane). In questo periodo possono verificarsi sintomi come ansia, irrequietezza, brama di cocaina e una sorta di ritorno a un sonno più normale. Tuttavia, la tentazione di usare nuovamente la droga è molto forte in questa fase.

La terza fase, chiamata “estinzione“, inizia generalmente nella quinta settimana dall’ultimo consumo di cocaina e può durare mesi. In questa fase il desiderio di cocaina è meno intenso rispetto alla fase precedente ma possono ancora essere presenti episodi significativi di ricaduta.

Quanto dura l’astinenza da cocaina

Nonostante possano essere individuate fasi ben definite, la durata dell’astinenza da cocaina varia da persona a persona e dipende da diverse circostanze. Tra queste si includono:

  • dose e frequenza d’uso: chi assume dosi più elevate e lo fa più frequentemente tende a sperimentare un’astinenza più intensa e prolungata.
  • Purezza della cocaina: la qualità della cocaina utilizzata può influenzare la durata e l’intensità dei sintomi di astinenza.
  • Stato di salute generale: la salute fisica e mentale della persona può avere un impatto significativo sulla durata dell’astinenza.
  • Presenza di altre sostanze: se la cocaina è stata consumata con altre sostanze, gli effetti possono essere più complessi e l’astinenza può durare più a lungo.

Come smettere?

Smettere di fare uso di cocaina rappresenta una sfida significativa per molti ed è per questo che la maggior parte delle persone che cercano di smettere da sole tendono a fallire: gli effetti dell’astinenza sono spesso insopportabili e il non sapere quanto possa durare questa fase porta molte persone a soccombere al desiderio di continuare ad usare la sostanza.

Il primo passo è riconoscere il problema e chiedere aiuto.

Per molti individui la soluzione migliore per liberarsi dalla dipendenza da cocaina è la disintossicazione professionale presso un ambulatorio o il ricovero presso una clinica specializzata.

La decisione riguardo al percorso di recupero da intraprendere è influenzata da una serie di fattori, tra cui le condizioni del paziente, il suo ambiente di vita e il grado di dipendenza.
Per alcuni l’ambulatorio può essere una scelta adeguata, soprattutto quando c’è il sostegno dei familiari e un esperto che segue il processo da vicino, ma per molti l’unica possibilità è il ricovero attraverso un trattamento personalizzato che comprende:

  • un monitoraggio costante da parte di personale medico qualificato.
  • L’uso di farmaci mirati a rendere più sopportabili i sintomi dell’astinenza da cocaina.
  • Diverse forme di supporto, tra cui terapia di gruppo e psicoterapia.

Smettere di usare la cocaina è una sfida notevole, ma con il giusto tipo di supporto e il trattamento adeguato, è possibile intraprendere un percorso di recupero con successo.