Psichiatria

Self-Regulation e autodeterminazione: un aiuto per i malati cronici

La motivazione a seguire il trattamento e cambiare il proprio stile di vita è fondamentale

Self-Regulation e autodeterminazione: un aiuto per i malati cronici

Le malattie croniche (come cardiopatie, ictus, cancro e diabete) sono tra le principali cause di morte in tutto il mondo. Per prevenirle e contenerne i sintomi è fondamentale modificare gli stili di vita e seguire i trattamenti prescritti.

La teoria della Self-Regulation (autoregolazione) spiega come favorire nei malati la “motivazione intrinseca”, cioè la messa in atto consapevole e soddisfacente dei comportamenti più utili al proprio benessere.

Quelli di “Self-Regulation” e autodeterminazione sono dunque concetti fondamentali per affrontare le sfide – psicologiche e fisiche – causate da una malattia cronica. Questi due pilastri psicologici, infatti, non solo influenzano il modo in cui affrontiamo queste avversità, ma hanno un impatto significativo sulla qualità complessiva della nostra vita.

In questo articolo, esploreremo il significato e l’importanza dell’autodeterminazione e della Self-Regulation nelle malattie croniche, e scopriremo come queste competenze possono aiutarci a vivere una vita più appagante nonostante le difficoltà.

Che cos’è una malattia cronica?

La Commissione statunitense per le malattie croniche nel 1956 propone di identificare come “malattia cronica” tutte quelle malattie caratterizzate da un lento e progressivo declino delle normali funzioni fisiologiche.

Le strategie di prevenzione, ovvero gli interventi in grado di prevenire l’insorgenza della malattia o di contenerne i sintomi o il decorso, si focalizzano principalmente su stili di vita sani, che contemplano attività fisica e una corretta alimentazione.

Tuttavia, la consapevolezza di dover convivere con una malattia cronica può facilitare la comparsa di un senso di frustrazione e di impotenza che favorisce disturbi come la depressione e l’ansia, che a loro volta influenzano la gestione della malattia stessa e quindi l’aderenza alle terapie e a stili di vita corretti.

Una delle difficoltà principali per chi convive con una malattia cronica, infatti, è proprio seguire il trattamento e le linee guida che gli vengono fornite dai medici, spesso impegnative, per esempio la dieta, l’esercizio fisico e il controllo di alcuni parametri. Per questo un intervento psicologico può essere importante per favorire la motivazione a seguire le indicazioni.

Cosa sancisce il diritto all’autodeterminazione

Per supportare i malati cronici a potenziare e favorire l’autostima e la crescita personale, la psicologia si avvale della Self-Determination Theory

Per “Self-Determination” (o autodeterminazione) si intende la capacità che ha una persona di agire volontariamente, cioè di fare una scelta consapevole, agendo nel migliore interesse per sé, in accordo con i propri valori più profondi e per un lungo periodo di tempo.
Questa capacità è considerata elemento necessario per un sano ed equilibrato benessere emotivo.

La Self Determination Theory nasce nel 1985 e rappresenta una cornice per lo studio della motivazione umana e della personalità. Tuttavia, in ambito medico e psicologico, il diritto all’autodeterminazione rappresenta un principio etico fondamentale. Nello specifico, questo sancisce il diritto delle persone a prendere decisioni riguardo alle loro vite e al loro corpo. Si tratta di un principio sancito in vari contesti legali ed etici, incluso il diritto alla privacy medica e il consenso informato nei trattamenti medici.

Nel contesto delle malattie croniche, il diritto all’autodeterminazione significa che il paziente ha il diritto di essere pienamente coinvolto nelle decisioni riguardanti il suo trattamento, comprese la terapia e la gestione della salute quotidiana. Questo diritto garantisce il controllo sulla propria vita e consente di prendere decisioni in linea con i propri valori e desideri.

Quali sono le quattro componenti fondamentali del costrutto di autodeterminazione?

Secondo la Self-determination Theory, il benessere psicologico di un individuo è il risultato della soddisfazione di tre bisogni di base:

  • il bisogno di autonomia: sentirsi libero in ciascuna azione e sentire che si agisce per propria volontà;
  • il bisogno di competenza: credere di riuscire ad agire con competenza nel proprio ambiente per lo svolgimento di compiti importanti;
  • il bisogno di relazione: cercare e sviluppare delle relazioni sicure e positive con gli altri nel proprio contesto sociale.

Per soddisfare tali bisogni, la teoria della self-regulation identifica quattro componenti fondamentali:

  1. Competenza: Rappresenta la capacità di affrontare le sfide e di acquisire nuove abilità. Quando ci si sente competente nel gestire la propria salute, si è più inclini a perseguire scelte di auto-cura positive.
  2. Autonomia: Questo riguarda il senso di controllo e la capacità di prendere decisioni consapevoli riguardo alla propria vita. L’autonomia consente di adattarsi alle situazioni in modo che rispecchino i propri valori.
  3. Connettività sociale: Il supporto sociale è essenziale per l’autodeterminazione. Avere persone di fiducia che sostengono nei momenti difficili può rafforzare il senso di controllo e di competenza.
  4. Motivazione intrinseca: Come accennato in precedenza, la motivazione intrinseca è fondamentale per l’autodeterminazione. Quando si agisce in base alle proprie convinzioni e valori personali, si tende maggiormente a prendere decisioni e compiere azioni che manifestano la propria autodeterminazione.

Come si fa ad autodeterminarsi?

L’autodeterminazione è quindi anche un elemento cruciale per gestire la propria salute in modo efficace e condurre una vita soddisfacente nonostante le difficoltà. Ecco alcuni passi pratici da seguire per perseguire l’autodeterminazione di fronte a una malattia cronica:
  1. Informarsi sulla malattia. Il primo passo per l’autodeterminazione è l’istruzione. Acquisire conoscenze approfondite sulla malattia cronica, compresi i sintomi, i trattamenti e il loro impatto sulla vita quotidiana, offre il potere di prendere decisioni informate. La consapevolezza della malattia favorisce una maggiore autonomia decisionale.
  2. Impostare obiettivi specifici relativi alla propria salute. Questi obiettivi dovrebbero essere realistici e basati sui valori personali. Ad esempio, si può stabilire come obiettivo quello di migliorare la qualità di vita riducendo i sintomi o aumentando la capacità di svolgere attività quotidiane.
  3. Una volta stabiliti gli obiettivi, creare un piano d’azione dettagliato su come raggiungerli. Questo piano può includere le terapie mediche, le modifiche allo stile di vita, come una dieta sana o l’esercizio fisico, e le strategie per affrontare situazioni difficili legate alla malattia.
  4. Cercare motivazioni intrinseche per perseguire i propri obiettivi. Stimolare se stessi è molto importante per poter migliorare la propria salute. La motivazione intrinseca è spesso più duratura e significativa rispetto alla motivazione esterna, quella mossa dalla volontà di compiacere gli altri.
  5. Coinvolgere il team di cura. Collaborare con il proprio team medico e terapeutico, fare domande, condividere obiettivi e partecipare attivamente alle decisioni riguardanti il trattamento garantisce che il piano di cura rifletta le proprie esigenze.
  6. Cercare il supporto di amici e familiari. Condividere sfide e obiettivi con persone di fiducia può fornire il sostegno di cui si ha bisogno quando le cose si fanno difficili.
  7. Monitorare gli obiettivi e il piano di cura periodicamente. Tenere traccia dei progressi e adattare l’approccio in base ai risultati e alle sfide incontrate, questo significa anche dimostrare flessibilità nell’affrontare le difficoltà che potrebbero presentarsi.
  8. Accettare i limiti della malattia cronica. Ciò non significa arrendersi, ma piuttosto riconoscere che ci saranno momenti in cui si dovranno affrontare ostacoli che non possono essere controllati. La consapevolezza può aiutare a mantenere il benessere emotivo mentre si continua a lottare.

Il modello concettuale dell’autodeterminazione non è limitato agli adulti, ma può essere esteso anche ai bambini e agli adolescenti. Aiutare i giovani a diventare più consapevoli e responsabili riguardo alla propria condizione cronica consente lo sviluppo di comportamenti orientati verso obiettivi specifici, mirando a raggiungere un ottimale stato di salute e benessere nonostante la patologia.

La Self-Regulation: un reale supporto per i malati cronici

Un approccio correlato alla teoria dell’autodeterminazione è quello della Self-Regulation theory o teoria dell’auto-regolazione.

La Self-Regulation theory si concentra sulla capacità delle persone di regolare il proprio comportamento, le emozioni e i processi cognitivi per raggiungere scopi specifici. Comprende diverse componenti chiave, tra cui:

  • l’impostazione degli obiettivi
  • il monitoraggio
  • l’autocontrollo
  • l’autovalutazione
  • l’adattamento in base ai feedback.

La self-regulation è una skill importante nello studio e nella gestione delle malattie croniche perché aiuta le persone a gestire i comportamenti di auto-cura necessari per gestire efficacemente una condizione cronica.

Ad esempio, una persona con diabete deve monitorare costantemente i livelli di zucchero nel sangue, prendere la medicina, seguire una dieta specifica e fare esercizio fisico. In tale contesto, la consapevolezza da parte del paziente diabetico dell’importanza di cambiare i propri stili di vita e di seguire il trattamento è quindi fondamentale ai fini della gestione della malattia.

Diverse ricerche, in particolare quelle degli psicologi Edward L. Deci e Richard M. Ryan, dell’Università di Rochester, hanno inoltre dimostrato che le persone autonomamente regolate tendono ad avere una visione più soddisfacente, gioiosa e fiduciosa, maggiore iniziativa e persistenza, migliore salute fisica e psicologica e migliore aderenza alla cura rispetto a soggetti che si sentono controllati da agenti esterni o da pressioni interne.