Come cambia il sonno se si è vissuto un trauma?

Il disturbo pot-traumatico da stress può peggiorare la qualità del sonno

Come cambia il sonno se si è vissuto un trauma?

La qualità del sonno è sempre molto importante per la qualità della vita. Quando si vive un trauma, dormire può essere più difficile a causa di incubi o difficoltà nelle varie fasi del sonno. Vediamo come i vissuti traumatici influenzano questa funzione così importante per il benessere.

La qualità del sonno rappresenta la prova del nove della salute psichica dell’individuo. È la prima a essere compromessa e a dare segnali forti che qualcosa non sta andando come dovrebbe durante il periodo di veglia.
Sono state formulate diverse ipotesi a riguardo: la qualità del sonno è però indiscutibilmente connessa alla qualità della vita, ed è in grado, per prima, di abbassarla. Una buona igiene del sonno è insieme conseguenza e causa di uno stile di vita armonico per l’individuo.
La psichiatria ha differenziato l’insonnia in base a quando si manifesta: esiste un’insonnia da addormentamento (difficoltà a prendere sonno e abbandonarsi al riposo), un’insonnia centrale (con risvegli frequenti e intermittenti nel corso della notte), e un’insonnia da risveglio precoce o terminale (tipica dei quadri depressivi o da stress post-traumatico).

Il disturbo post-traumatico da stress

Lo stress post-traumatico rappresenta uno stato di agitazione psichica conseguente a un determinato evento vissuto come traumatico, o a una serie di eventi minori ma ripetuti nel tempo. Viene usato il termine “stress” perchè lo stato psichico che si viene a creare a seguito di questi eventi porta al limite le capacità di elaborazione che la nostra mente mette in atto nel tentativo di elaborare i contenuti memorizzati nel momento del trauma, arrivando a stati di esaurimento psicologico e senso di spossatezza.
I contenuti che vengono memorizzati durante un evento altamente traumatico, sono contenuti potenti in grado – quando rievocati – di attivare in primis il corpo. La gestione di questi ricordi, il loro riaffiorare alla coscienza, produce tentativi di evitamento, flashback e paure, che modellano la psicologia dell’individuo intorno al ricordo dell’evento/trauma stesso.
In questo senso queste memorie “stressano” la psicologia dell’individuo a modellarsi intorno al ricordo di ciò che hanno vissuto.

Sonno e disturbo post-traumatico

Il sonno è il luogo dove il ricordo traumatico, spesso, torna alla coscienza. Il problema dell’insonnia grave per i disturbi post-traumatici è molto frequente; la potenza del trauma spinge la persona a posizionarsi in un assetto “di difesa” e di allerta costanti, senza abbandonarsi a uno stato di “immobilità senza paura”.
Gli animali, per natura, attraversano situazioni di pericolo di vita con una certa frequenza, ma sono in grado di dimenticarsi del pericolo in modo relativamente veloce (anche se traumi cumulativi sui cuccioli, portano a sviluppare forme di stress post-traumatico anche, per esempio, nei cani). L’uomo, invece, non dimentica, e spesso amplifica nel ricordo, sviluppando sintomi post traumatici perniciosi e di difficile gestione. L’assetto neurofisiologico di un traumatizzato grave, è differente da quello di un individuo che non abbia avuto esperienze di questo tipo. Il sistema nervoso è bloccato a uno stato di iper-vigilanza, che non decade neppure nel sonno. È come letteralmente “dormire con un occhio chiuso e uno aperto”, con difficoltà in fase di addormentamento e in termini di continuità nel sonno.