Psichiatria

La dipendenza dal lavoro: chi è il workaholic e qual è il suo profilo psicologico

L’incapacità di staccarsi dalle attività lavorative e di dedicargli il giusto spazio comporta conseguenze negative sugli altri aspetti della vita: dalle relazioni interpersonali, alla famiglia, passando per il tempo libero

La dipendenza dal lavoro: chi è il workaholic e qual è il suo profilo psicologico

La dipendenza da lavoro, in inglese workaholism, è un comportamento patologico che interessa la sfera professionale, e si ripercuote nel privato.

La dipendenza da lavoro del workaholic ha come principale effetto il vivere giornate completamente assorbite dal lavoro o da attività correlate al lavoro a scapito delle relazioni, del tempo libero e, spesso, anche della salute mentale della persona.

Il lavoro diventa l’unico perno della propria vita, assume un carattere totalizzante e i tratti dell’ossessione. Tutto il resto va in secondo piano.

In questo articolo cercheremo di capire come si manifesta la work addiction, quali possono esserne le cause, le principali conseguenze e come aiutare chi soffre di questa forma di dipendenza.

Dipendenza da lavoro del workaholic, cosa significa?

La dipendenza da lavoro del workaholic può essere definita come una dipendenza patologica dal lavoro. Una forma di dipendenza che porta ad una compromissione della qualità della vita personale e professionale.

Chi ne soffre sviluppa una vera e propria incapacità di controllare l’impulso a lavorare in maniera eccessiva, dedicando al lavoro la maggior parte del proprio tempo anche a discapito delle relazioni familiari e sociali, nonché del riposo.

Nella maggior parte dei casi il workaholic trova nel lavoro l’unica fonte di gratificazione e di affermazione della propria autostima, sviluppando una vera e propria ossessione per il raggiungimento di traguardi sempre più ambiziosi.

Con quali sintomi si manifesta la dipendenza da lavoro?

Nel DSM-5 non è presente alcuna sindrome da workaholism nel DSM-5, ma è comunque possibile riconoscere la persona workaholic da alcuni sintomi o tratti comportamentali più tipici:

  • viene volontariamente dedicato al lavoro molto più tempo
  • il lavoro è uno strumento, per così, dire, utilizzato per la gestione del senso di colpa, della depressione o dell’ansia
  • attività fisica, hobby e attività piacevoli, insieme alla famiglia, sono messi da parte
  • il lavoro è fonte di costanti pensieri e preoccupazioni
  • si patisce stress come conseguenza del non poter svolgere il proprio lavoro.

La dipendenza dal lavoro può determinare altri sintomi peculiari:

  • forte irritabilità quando non è possibile proseguire con il lavoro o quando si è costretti a staccare
  • nervosismo interpersonale, che si manifesta con insofferenza, scatti di rabbia o conflitti con colleghi, coniugi, partner, amici, figli
  • stato di allerta e ansia costante, legato soprattutto a temi lavorativi
  • sensazione che il tempo scorra troppo velocemente e di essere costantemente con l’acqua alla gola
  • mal di testa
  • dolori fisici come mal di stomaco, tensione muscolare, dolori addominali o dovuti a una postura scorretta
  • difficoltà a dormire o ad addormentarsi
  • agitazione psico-motoria.

Quali possono essere le cause della dipendenza dal lavoro?

Le cause del workaholism possono essere sia di natura genetico-biologica che ambientale-caratteriale. A livello biologico sembra esserci una predisposizione legata a squilibri nei neurotrasmettitori legati al piacere e alla gratificazione.

Tratti di personalità come perfezionismo, bassa tolleranza alla frustrazione, ricerca di stimoli e status sociale possono inoltre essere fattori di rischio. Spesso questa dipendenza è legata a una personalità ossessivo-compulsiva e narcisistica. Aspetti ambientali come una famiglia troppo rigida e perfezionista durante l’infanzia, oppure eventi stressanti come divorzi possono indurre il soggetto a cercare nel lavoro l’unica valvola di sfogo.

Coloro che lavorano come manager o freelance possono favorire la dipendenza. Spesso è anche un tentativo inconscio di fuggire da vuoti affettivi, ansia da prestazione, bassa autostima. Il lavoro viene usato come valvola di sfogo oppure come unica fonte di gratificazione.

Quali sono gli effetti del workaholism?

La persona dipendente dal lavoro vive in costante stato di agitazione e nervosismo. La vita lavorativa diventa un aspetto che fagocita le giornate e tutto il resto scivola in secondo piano.

In famiglia e nelle relazioni la persona workaholic può sperimentare numerosi conflitti o tensioni, dovute soprattutto a richieste di attenzione dei propri cari, ad esempio del partner o dei figli, che il workaholic vive come una seccatura, una futilità che distrae da ciò che è veramente importante, ovvero il lavoro.

Dato che il workaholic si dedica praticamente solo al lavoro, un fallimento in questo ambito può risultare fatale per l’autostima, lasciando la persona svuotata e depressa.

Anche se il workaholism può sembrare una sindrome complessa, nei manuali diagnostici questa ha trovato sempre poco spazio. In parte ciò è dovuto al valore positivo che la società attribuisce all’impegno e alla fatica per realizzarsi. Anche le aziende e i datori di lavoro favoriscono un atteggiamento di questo tipo. Di per sé, in effetti, non c’è niente di male nel proferire impegno e attenzione al lavoro.

Tuttavia, quando il lavoro assorbe le altre aree di vita della persona e ne mina il benessere psicologico, diventa chiaro che si sta verificando un disequilibrio nel bilanciamento tra salute mentale e lavoro.

Come si cura la dipendenza da lavoro?

Il workaholism può essere curato in modo efficace con la consulenza psicologica e la psicoterapia. In questo caso gli interventi si focalizzano sul valore che il lavoro riveste per quella persona e sulle preoccupazioni associate.

Al netto dei fattori comuni che generano una forte dedizione al lavoro, ogni workaholic ha una storia unica in cui si celano le origini della genesi di questa sindrome. In alcuni casi, ad esempio, la dedizione eccessiva al lavoro potrebbe dipendere da un sottostante disturbo d’ansia generalizzato, o da una depressione latente, da cui la persona si difende con l’iperattività.

Immergersi nel lavoro potrebbe essere un modo per cercare gratificazioni che mancano altrove. Oppure, per cercare di ricostruire la propria autostima e immagine di sé attraverso risultati ottenuti a livello professionale.

Infine, in altri casi la dipendenza da lavoro può essere una reazione a lutti, a momenti di vita particolari, come quando i figli si allontanano da casa, o essere un modo di perdita di autonomia o separazioni.

Una psicoterapia che indaghi sulle radici di questa reazione è il modo migliore per risolvere il workaholism, a patto che la persona si renda prima conto di avere un problema.

Foto di Lukas Bieri da Pixabay