Lo stress: buono o cattivo? Ecco come gestirlo

Lo stress non ha solo lati negativi

Lo stress: buono o cattivo? Ecco come gestirlo

Emergenze, ansia, cose da fare… Lo stress a volte rischia di deteriorare la nostra salute. Eppure se sappiamo gestirlo, lo stress aiuta a crescere. Ecco come fare.

Lo stress è il nostro compagno di vita. Caratterizza spesso le giornate più faticose e in alcuni periodi diventa molto intenso, condizionando la qualità della vita. La parola “stress” ha assunto una connotazione negativa nel linguaggio comune, ma vale la pena riflettere su questo concetto, sui risvolti positivi e negativi e sulle implicazioni in termini di benessere e salute.

Definiamo lo stress 

In psicologia, uno dei primi studiosi a parlare di questo costrutto è stato Hans Selye, medico austriaco che negli anni ’30 grazie ai suoi esperimenti sui ratti adottò il termine stress per indicare una “risposta aspecifica dell’organismo a qualsiasi sollecitazione”. L’autore osservò come negli animali, a seguito dell’esposizione a stimoli esterni di vario tipo (fisico, chimico o biologico), vi fosse una risposta comune, caratterizzata dall’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene

Gli stimoli interni o esterni, denominati anche stressor, vanno ad alterare l’equilibrio naturale del nostro organismo (detto equilibrio omeostatico). La risposta allo stress è un tentativo che il nostro corpo mette in atto per ristabilire l’omeostasi. In altre parole, quando le risorse personali non sono sufficienti a fronteggiare le richieste provenienti dall’ambiente esterno, il corpo reagisce attivandosi. Possiamo quindi attribuire a questo meccanismo una funzione adattiva, volta a preparare l’organismo, che grazie allo stress viene stimolato a raccogliere le energie e gli strumenti necessari per far fronte alle sfide personali e alle richieste ambientali.

A causa del Coronavirus stanno dilagando nella popolazione ansia e stress, elementi che rischiano di avere un forte impatto sul benessere psicofisico individuale. Se stai vivendo un momento difficile, sei in ansia e vuoi parlarne, non vergognarti. Prenota un consulto psicologico online.

Tipologie di stress: negativo… ma anche positivo

Alla luce di quanto riportato sopra, è importante scardinare la concezione di stress come costrutto puramente negativo. Infatti, è possibile identificare due tipologie di stress: lo stress positivo, detto anche “eustress”, e quello negativo, che in ambito accademico viene chiamato “distress”. 

Partendo dall’accezione negativa, il termine distress può essere la conseguenza di eventi particolari, come la morte di una persona cara o l’insorgenza di una malattia. Tra gli effetti sul benessere psicofisico del distress troviamo:

  • Stati emotivi negativi come ansia e preoccupazione
  • Riduzione delle capacità di fronteggiare le richieste ambientali
  • Calo delle prestazioni fisiche e cognitive
  • Maggiore rischio di incorrere in problematiche fisiche e psicologiche.

Quando parliamo di eustress, invece, facciamo riferimento allo stress positivo che ci permette di reagire in modo proattivo e costruttivo alle sfide quotidiane, incrementando la nostra motivazione, migliorando la nostra performance e aumentando le probabilità di raggiungere un determinato obiettivo. Esempi di eventi che potrebbero generare l’eustress sono la nascita di un figlio, una promozione al lavoro, l’inizio di una convivenza, e via dicendo.

Il lato buono dello stress

Sapere che esiste una tipologia di stress positivo permette di attribuire a questo concetto una valenza diversa. 

A tal proposito, è illuminante la TED conference “How to make stress your friend” di Kelly McGonigal, psicologa e docente all’Università di Stanford. Durante il suo intervento, McGonigal riporta una serie di studi e ricerche scientifiche che mostrano come le credenze che abbiamo nei confronti dello stress possono influenzare la risposta del nostro corpo, riducendo gli effetti negativi che normalmente vengono associati a uno stato di stress cronico (come ad esempio malattie cardiovascolari). 

Gli esseri umani si stressano più degli animali?

A questa domanda risponde Robert M. Sapolsky, neurobiologo dell’Università di Stanford, nel suo libro “Why zebras don’t get ulcers”. Sapolsky sottolinea la contrapposizione tra esseri umani e animali in relazione allo stress. Gli animali, come le zebre, attivano una risposta allo stress in simultanea all’evento stressante o qualche minuto prima che esso si verifichi (ad esempio quando percepiscono un predatore in lontananza). Noi esseri umani siamo invece molto più esposti allo stress rispetto agli animali, poiché abbiamo la tendenza ad attivare una risposta anticipatoria, ossia anche solo al pensiero di un evento futuro che potrebbe rappresentare una fonte di preoccupazione (ad esempio un colloquio di lavoro). 

Gli effetti dello stress sul benessere

Tutti i giorni siamo esposti a stimoli stressanti e ansie anticipatorie, che sollecitano il nostro organismo a produrre cortisolo, l’ormone dello stress. Questo ormone determina l’aumento di glicemia e di grassi nel sangue, fornendo al corpo l’energia di cui ha bisogno per fronteggiare le minacce. Tuttavia, se la condizione di stress è dilatata nel tempo, il corpo non è più in grado di secernere la quantità di cortisolo necessaria ed è qui che possono insorgere problematiche psico-fisiche.

Una condizione di stress protratta nel tempo e mal gestita può generare una sindrome cronica che compromette il nostro stato di salute sia a livello fisico che psichico. Tra i sintomi più frequenti rientrano:

  • disturbi gastrointestinali (es: gastriti, reflusso, morbo di Crohn)
  • disfunzioni sessuali e genitali in generale (es. disfunzione erettile, vulvodinia, incontinenza)
  • tensioni muscolari (es: bruxismo, cervicalgie)
  • mal di testa ricorrenti (es. cefalea tensiva)
  • fragilità del sistema immunitario (es. piastrinopenia)

E altre condizioni legate ad alterazioni ormonali o problematiche cardiovascolari, come l’ipertensione arteriosa essenziale (la pressione del sangue alta espone a vari rischi per la salute).

Una condizione di stress cronico comporta anche disturbi psicologici quali ansia, depressione, disturbi del sonno, disturbi alimentari (obesità o perdita di peso), disturbi legati alla sfera sessuale, problematiche connesse all’ambito emotivo e relazionale.

Come fronteggiare lo stress

È fondamentale cercare di adottare uno stile di vita sano, a partire dalle abitudini alimentari, dedicando un po’ di tempo all’esercizio fisico, avendo una gestione adeguata dei ritmi sonno-veglia e cercando di ritagliare uno spazio da dedicare alle proprie passioni.

Sono molte le attività volte a recuperare uno stato di distensione e di autoconsapevolezza: la meditazione, lo yoga, la respirazione diaframmatica e le tecniche di rilassamento

Se la condizione di stress diventa cronica e la gestione difficoltosa, si ha la possibilità di rivolgersi a psicoterapeuti formati intraprendendo un percorso di cura personalizzato.

Al Santagostino c’è la possibilità di ricevere una valutazione del profilo psicofisiologico dello stress tramite la prenotazione di una visita psicosomatica, il cui obiettivo è quello di comprendere il bisogno portato dal paziente e orientarlo nel percorso di cura più adeguato. 

Un’altra soluzione innovativa che può essere adottata nella gestione e riduzione dello stress è la tecnica del biofeedback che permette di intervenire su alcuni indici fisiologici come la frequenza respiratoria e il battito cardiaco al fine di acquisirne una maggior consapevolezza e diminuirne eventualmente l’intensità.

Lo stress da Coronavirus

Ansia, attacchi di panico, preoccupazioni per il benessere, per la salute e per il lavoro… L’emergenza Coronavirus sta generando un forte stress in molte persone, mettendo ancora più a rischio la salute e il benessere psicofisico.

Il Centro Medico Santagostino fa consulti psicologici online da diversi anni e i nostri psicologi hanno un protocollo specifico per la gestione dell’ansia legata al Coronavirus. Se stai vivendo un momento difficile e vuoi parlarne, non vergognarti. Prenota un consulto psicologico online.