Psicosomatica. Quando la mente parla attraverso il corpo

Come la psicologia può aiutare a spiegare sintomi fisici non riconducibili a disturbi organici

Psicosomatica. Quando la mente parla attraverso il corpo

Un dolore intermittente, un’eruzione cutanea che non accenna a sparire, mal di pancia sempre più frequenti e fastidiosi… A volte visite mediche e analisi non danno risultati esplicativi per questi sintomi. Alcuni sintomi fisici, infatti, sono tentativi del cervello di mandarci un messaggio.

La branca della psicopatologia che indaga il rapporto mente-corpo prende il nome di “psicosomatica”. La psicosomatica si occupa di sintomi, segni e malattie corporee che potrebbero essere collegati alle emozioni.

Il nesso esistente tra mente e corpo permette di comprendere una persona malata in modo più ampio. Invece di correggere solo il disturbo organico, infatti, si prende in esame sia l’aspetto più emergente – ovvero il dolore specifico riferito – sia le possibili cause sul piano psicologico e sociale.

Vediamo come funziona il complesso intreccio mente-corpo e in che modo le emozioni riescono a provocare sintomi fisici non spiegabili dalle diagnosi mediche.

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La lingua della mente

Il sistema nervoso può contribuire a generare alcune patologie. Ciò avviene principalmente ad opera del sistema nervoso autonomo, che è diviso in due rami principali:

  • il sistema simpatico, associato alla mobilizzazione dell’energia;
  • il sistema parasimpatico, associato a funzioni vegetative e “riparative”.

Normalmente, l’attività di queste due componenti è in equilibrio dinamico. In condizioni di incertezza e minaccia, invece, il sistema parasimpatico si “spegne” e si attivano i circuiti simpatici. Questi ultimi producono uno stato di allerta utile ad affrontare i pericoli. Quando l’allarme è eccessivamente prolungato, però, lo stress generato usura le componenti dell’organismo, e lo squilibrio tra le due parti del sistema nervoso rende l’organismo più vulnerabile allo sviluppo di sintomi e patologie. La psicosomatica si occupa di capire dove e come si è verificato tale squilibrio.

Un altro collegamento tra mente e malattia corporea è dovuto all’influsso indiretto delle scelte di vita critiche, tra cui la mancanza di attività fisica e l’abuso di tabacco, alcol e droghe. Sia lo stile di vita sedentario che l’abuso di sostanze sono associati a una minore reattività del sistema parasimpatico, cosa che rende vulnerabili a ulteriori malattie.

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L’equilibrio interrotto e il sintomo

Quando l’equilibrio dinamico tra mente e corpo si interrompe iniziano a sorgere quei fastidiosi sintomi che sembrano non avere una causa apparente. Le diagnosi mediche spesso non riescono a spiegare il problema. L’origine di tali sintomi, in effetti, non può essere riferita solo a una patologia corporea e c’è bisogno di un prospettiva che includa anche gli aspetti psicologici. La psicosomatica si occupa proprio di questo.

Sulla base di un’attenta analisi, Zeng e colleghi, ricercatori dell’università di Sichuan, hanno individuato quattro categorie di sintomi, la cui origine può essere ricondotta all’attività del nostro cervello:

  1. Sintomi somatici biologici: principalmente prodotti da fattori fisici, chimici e biologici, tali sintomi sono il risultato diretto di un danno parziale o lesioni locali alle terminazioni nervose.
  2. Sintomi somatici emotivi: si tratta di reazioni organiche a stati d’animo ed emozioni negative, come depressione e ansia. Tali sintomi rendono iper-vigili rispetto alle sensazioni fisiche e, di conseguenza, più inclini a pensare di avere un disturbo. 
  3. Sintomi somatici immaginativi: sono sintomi del paziente derivanti da immaginazione, suggerimento o autosuggestione. A volte sono legati a momenti di pressione sociale, che spingono a monitorare il proprio corpo alla ricerca di una sintomatologia specifica.
  4. Sintomi somatici cognitivi: si tratta di due tipi di sintomi legati a come leggiamo ciò che accade al nostro corpo. Nella prima categoria rientrano sensazioni fisiche sempre presenti, che però vengono interpretate come sintomi (considerare il normale battito cardiaco come segno di disagio). Nella seconda categoria rientrano invece sensazioni che causano l’esperienza percettiva di un danno a un organo, senza che vi sia però un vero stimolo oggettivo (ad esempio un mal di testa legato a cause transitorie).

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Anche il corpo parla attraverso la mente

Il collegamento tra mente e corpo non è unidirezionale. Non è solo il cervello a causare segni e interferenze nel funzionamento del corpo: anche quest’ultimo può lasciare una traccia nelle funzioni psicologiche. Basta pensare alle conseguenze funzionali che hanno le lesioni cerebrali dovute a tumori, malattie neurodegenerative, malattie vascolari cerebrali ecc.

I danni al cervello però non sono gli unici elementi a provocare irregolarità nel funzionamento psichico. Sostanze tossiche, metaboliche o biochimiche possono produrre sintomi evidenti, come malattie di fegato e reni, ipertensione, disturbi endocrini, anemia e disturbi del metabolismo.

Non bisogna dimenticare, poi, che anche le diagnosi mediche hanno un impatto psicologico. Esempi di reazione emotive a malattie somatiche sono le patologie psichiche conseguenti ad esempio alla presa di consapevolezza di un tumore o altre malattie mortali, da cui è possibile sviluppare una condizione depressiva. Inoltre, ogni lesione mutilante, bruttezza o imperfezione producono reazioni psicologiche importanti nelle persone affette.

Viene prima l’uovo o la gallina?

La complessa relazione tra corpo rende complicato determinare se la causa iniziale di un processo patologico risiede nel campo somatico o psicologico.

Prendiamo come esempio il caso di un paziente con una storia di alcolismo che manifesta i segni neurologici e psichiatrici della psicosi di Korsakoff, un tipo di demenza caratterizzata da sonnolenza, problemi di equilibrio che portano a barcollare e difficoltà nel movimento degli occhi. Il consumo di alcool causa danni alle cellule cerebrali e provoca conseguenze a livello psicologico, in particolare dipendenza e craving (il pensiero desiderante pervasivo di assunzione della sostanza). In questo caso sembra facile dedurre che il corpo influenza la mente.

L’alcolismo di questo paziente, tuttavia, potrebbe essere dovuto a problemi psicologici che non è riuscito ad affrontare se non attraverso l’alcool (strategie di coping negative). In questo caso la mente influenza il corpo. Se l’infelicità e l’insuccesso del paziente fossero promossi da un difetto cerebrale congenito o da una lesione cerebrale, tuttavia, la causa iniziale tornerebbe sul lato corporeo.

Risulta essenziale dunque applicare un approccio integrato, in cui vengono considerati sia gli aspetti fisiologici che quelli psicologici. Grazie all’ascolto dei messaggi che il nostro corpo vuole comunicare sarà più facile rimanere in salute.

Mente e corpo in tempi di pandemia

Lo stress legato alla pandemia da Coronavirus rappresenta una seria minaccia per la mente e il corpo, che possono “richiamare l’attenzione” anche attraverso sintomi psicosomatici. 

La stabilità, l’adattabilità e la salute dell’organismo sono infatti mantenute attraverso la variabilità nella relazione dinamica tra elementi del sistema. Al contrario, la rigida regolarità è associata a mortalità, morbilità e cattiva salute: un blocco forzato – anche temporaneo – dei ritmi a cui siamo abituati può rappresentare una minaccia decisiva in grado di esacerbare una nostra fragilità corporea.

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